Alluce Valgo
Chirurgia Percutanea

Cura del Dr. Massimo Drommi specialista in patologia del piede e della caviglia

Alluce Valgo


Cos’è un alluce valgo?

L’alluce valgo è una deformità dolorosa e antiestetica dell’alluce. È caratterizzato dalla presenza di una caratteristica protuberanza alla base dell’alluce che corrisponde a una escrescenza ossea (esostosi) della testa del primo metatarso.

L’alluce valgo è legato al progressivo aumento dell’angolazione tra il primo metatarso che si sposta a ventaglio verso l’interno e l’alluce che si inclina verso l’esterno.

L’angolo che si forma è detto di valgismo da cui il nome di tale deformità.

Se non trattato, l’alluce aumenta nel tempo e può essere responsabile della comparsa di arrossamenti o infiammazioni sul lato interno del piede (borsite), e di squilibri biomeccanici del piede e delle articolazioni sovrastanti.

Il paziente ricorre allo specialista quando il disagio associato all’alluce doloroso è sempre più importante e su base quotidiana e quando non riesce più a mettere le scarpe impedito dal dolore e dalla deformità anche delle piccole dita dei piedi.


Quali sono i fattori che favoriscono l’insorgenza dell’alluce valgo?

Le cause sono sicuramente genetiche.

In qualche porzione dei nostri cromosomi, non ancora decifrata, risiede l’informazione genetica responsabile di questa deformità .

Si può facilmente riscontrare infatti, come tutti coloro che soffrono di tale patologia abbiano in famiglia un genitore o un nonno con la stessa deformità.

L’uso di calzature a punta stretta è solo un fattore scatenante, come dimostrato dalla presenza di tale affezione, se pur con un’incidenza ridotta, anche nelle popolazioni africane e asiatiche che indossano esclusivamente calzature aperte, così come non si spiegherebbero i casi di alluce monolaterale, pur avendo di certo indossato due calzature uguali.


Esistono altri trattamenti per l’alluce valgo oltre all’operazione?

Solo la chirurgia può correggere efficacemente la deformità e alleviare il dolore, tutti i vari correttori in commercio non hanno alcuna efficacia, rappresentando solo pubblicità ingannevole.


Quando sottoporsi a un’operazione all’alluce valgo?

L’operazione di correzione dell’alluce valgo viene decisa in base all’entità del dolore, ai disturbi quotidiani e alla difficoltà nell’indossare le scarpe.

Il paziente è l’unica persona in grado di valutare l’entità del disagio nella vita quotidiana (calzature quotidiane, disagio sportivo o professionale) e decidere il momento giusto per l’intervento.

Se il dolore e la deformità inizia a diffondersi alle altre dita, si consiglia di non aspettare troppo a lungo prima di sottoporsi all’intervento.

Anche se la motivazione è solo estetica e di indossare calzature eleganti, l’operazione è consigliata in quanto i rischi sono bassissimi.

Piedi Tacchi Alluce

 


Prima dell’intervento

La pianificazione dell’intervento è un momento fondamentale per il successo del trattamento.

Un esame radiografico standard sotto carico ci fornirà informazioni sul grado di deformazione, sulla congruenza e l’orientamento articolare , sulla presenza di artrosi e di deformità associate.

L’esame clinico ci permetterà di apprezzare la funzionalità del piede e i rapporti tra le varie componenti di esso, ci farà valutare il tono muscolare e tendineo svelando in particolare le azioni deformanti dei tendini sulle dita e sull’alluce che devono essere disinnescate per evitare recidive.

Soprattutto verrà valutata l’attività del paziente e le sue abitudini discutendo sulle aspettative e il percorso pre e post-operatorio da compiere.

Dopo aver valutato tutte queste varianti il chirurgo esperto sceglierà la tecnica più indicata per quel tipo specifico di deformità scegliendola dal suo bagaglio professionale, adattandola come un vestito su misura al paziente.

La procedura per una ballerina classica o una ginnasta non potrà essere la stessa di quella di un paziente anziano affetto da artrite reumatoide.

Applicare un’unica tecnica indistintamente a tutti i casi è un grave errore da evitare assolutamente.

 


In cosa consiste l’operazione dell’alluce valgo mininvasiva o percutanea?

E’ una procedura che permette di eseguire la correzione dell’alluce valgo e di tutte le affezioni correlate ad esso, come dito a martello, metatarsalgie, deformità del quinto dito e di molte altre patologie del piede, mediante l’uso di un apposito strumentario, molto simile a quello usato in odontoiatria, che introdotto attraverso un semplice forellino della cute, consente di effettuare direttamente sull’osso resezioni scheletriche ed osteotomie di riallineamento, guidati da immagini radioscopiche generate da un apparecchio di brillanza.

  • L’assenza di incisioni e cicatrici chirurgiche
  • l’assenza di dolore post-operatorio
  • l’immediata ripresa della deambulazione,

la rendono particolarmente gradita ai pazienti, tra i quali è comunemente conosciuta come tecnica dei buchini o erroneamente scambiata, per la mancanza di cicatrici che la caratterizza, correzione con il Laser.

Con una fresa miniaturizzata l’osso metatarsale viene tagliato (osteotomia) e i due frammenti ossei vengono spostati per correggere l’angolazione e consentire l’allineamento dell’alluce.

Le ossa dell’avampiede vengono quindi scolpite e poi mantenute nella corretta posizione o soltanto con un’apposita fasciatura realizzata dal chirurgo al termine dell’intervento, (chirurgia di prima generazione)

oppure come nel caso della tecnica da noi utilizzata stabilizzate con delle microviti in titanio o in materiale riassorbibile. (chirurgia percutanea stabilizzata) .

Tale tecnica da me presentata all’American Academy of Orthopaedic Surgeons del 2017 a San Diego, massima autorità mondiale a livello scientifico è attualmente pubblicata nella Video Library della stessa associazione come tecnica di riferimento.

Video American Academy Orthopedic Surgeon

L’utilizzo dei mezzi di fissazione riduce al minimo il rischio di complicanze il cui tasso di incidenza è invece molto elevato con tecniche chirurgiche percutanee che prevedono solo fasciature dell’alluce come mezzo di stabilizzazione, anche se spesso propagandate come meno invasive dai chirurghi che la praticano.

La chirurgia viene eseguita in anestesia locale con una leggera sedazione per il comfort del paziente.

La procedura dura dai 15 ai 30 minuti e viene solitamente eseguita in regime ambulatoriale.

Qual è il vero significato di mininvasività?

Il vero concetto di mininvasività che deve ispirare qualsiasi atto chirurgico non è legato alla procedura scelta o alla tecnica che si utilizza , ma al modo con cui si applica.

  • La precisione e la rapidità di esecuzione,

  • il rispetto delle strutture anatomiche,

  • la corretta via di accesso

  • la delicatezza con cui si eseguono le manovre correttive

rappresentano i cardini della mininvasività.

Questi sono legati all’esperienza e alla prudenza del chirurgo , che deve agire sempre in punta di piedi e mai strafare , agendo sempre con umiltà e mai con presunzione.

Quali sono i vantaggi di una procedura mininvasiva?

L’aver agito in modo mininvasivo premierà il paziente in termini di

  • assenza di dolore post-operatorio,

  • scarso edema

  • recupero precoce

  • bassissima percentuale di complicanze

dovrà pertanto essere necessariamente lo scopo di ogni intento chirurgico, non solo legato alla chirurgia dell’alluce valgo ma di qualsiasi atto operatorio in ogni specialità!

Quali sono i risultati?

Lasciamo la parola alle immagini del video

L’intervento è doloroso?

L’attenzione al comfort del paziente e’ sempre stata per noi una priorità assoluta.

Dal momento dell’anestesia al post operatorio l’abolizione di qualsiasi percezione dolorosa è per noi un obiettivo fondamentale che raggiungiamo soprattutto grazie alla accuratezza con cui eseguiamo l’intervento oltre che al minimo uso di farmaci.

Possono essere operati i due piedi contemporaneamente?

Siamo tra i pochi a operare da sempre due piedi in un’unica seduta.

L’80% della nostre correzioni è bilaterale, per evitare il raddoppio dei tempi di convalescenza.


Postoperatorio e ripresa delle attività

Il trattamento chirurgico viene eseguito in regime day-hospital, non essendo necessario ricovero, anche in caso di procedura bilaterale.

Lo stesso giorno dell’intervento, con l’uso di calzature post-operatorie, è possibile poggiare i piedi in terra per eseguire piccoli spostamenti in casa, strettamente necessari per l’igiene personale (indicativamente 5 spostamenti al giorno da
70 passi alla volta). E’ possibile fare la doccia utilizzando dei dispositivi protettivi acquistabili in farmacia.

Non c’è bisogno di utilizzare le stampelle.
A riposo i piedi operati devono essere mantenuti in lieve elevazione.

La fasciatura post-operatoria e le scarpe post-operatorie tipo
PODALUX (un paio, anche nel caso in cui viene operato soltanto un piede) vengono indossate per 4 settimane. In quel periodo la fasciatura viene sostituita 2-3 volte da un membro della mia equipe.

SECONDA – QUARTA SETTIMANA
Dalla seconda settimana il paziente può raddoppiare il numero degli spostamenti consentiti, da 10 al giorno, sempre da 70 passi. Deve mantenere i piedi in elevazione quando non cammina. Dopo 4 settimane il bendaggio viene rimosso. Il piede può essere bagnato e possono essere indossate calzature comode con la tomaia alta e morbida. Il paziente incomincia a camminare normalmente senza limitazioni.
Può uscire e fare passeggiate.
Può riprendere la guida.
E’ vietata la corsa per altri due mesi, ma si può ritornare in palestra per iniziare tutte le attività sportive che non la includano. Il nuoto è particolarmente consigliato.

SECONDO MESE
Il piede è ancora leggermente edematoso, specie in corrispondenza del primo metatarso.

Può essere utile un ciclo di 15 sedute di fisioterapia che accelera i tempi di recupero. Non è comunque indispensabile.

DOPO IL TERZO MESE
Verrà eseguito un controllo radiografico per confermare l’avvenuta consolidazione dell’osteotomia.

A questo punto può essere iniziata l’attività sportiva comprendente la corsa.

La ripresa del lavoro è possibile con scarpe medicali dopo alcuni giorni in caso di lavoro sedentario (lavoro d’ufficio che consente di restare seduti e se necessario di tenere il piede rialzato). In caso di lavoro fisico o lavoro che richieda molti spostamenti, la ripresa avviene intorno alla 5 ° settimana.


Quali sono le possibili complicanze della chirurgia dell’alluce valgo?

I rischi e le complicazioni dell’operazione sono rari ma possono verificarsi. Non esistono procedure mediche e chirurgiche senza rischi.

Scegliere le tecniche chirurgiche preferendo quelle più sicure per il paziente con percentuali di insuccesso trascurabili è la filosofia che guida tutte le nostre scelte professionali.

Le complicanze nel post-chirurgico

Il periodo necessario alla formazione del callo osseo è il momento più importante di tutta la procedura.

Se durante questa fase le ossa coinvolte nell’intervento si muovono non mantenendo la posizione corretta, la fusione ossea può avvenire in ritardo – ‘ritardo di consolidazione’ – oppure non verificarsi per nulla, in questo caso si parla di pseudoartrosi.

Un’altra complicanza possibile, piuttosto frequente nelle tecniche che non prevedono la fissazione stabile, è la perdita durante la fase di guarigione della posizione corretta dei frammenti osteotomizzati.

Il callo osseo può consolidare in una posizione sbagliata – ‘viziosa consolidazione’ – provocando una recidiva, o una sovrapposizione dei frammenti del primo metatarso con accorciamento dell’alluce.

Tali complicanze sono il vero tallone d’Achille della chirurgia percutanea di prima generazione.

Nessun chirurgo che utilizza tecniche senza fissazione stabile potrà infatti garantire ai propri pazienti che l’alluce non si accorci e che non compaiano metatarsalgie da trasferimento di carico sul secondo metatarso pochi mesi dopo l’intervento.

Come ridurre il rischio di complicanze? Attraverso una fissazione stabile.

Al fine di garantire una corretta consolidazione ossea e quindi il successo dell’intervento correttivo dell’alluce valgo è necessario realizzare una fissazione stabile delle ossa sottoposte ad osteotomia.

Tale fissazione avviene attraverso mezzi di sintesi stabili come microviti in titanio, fili metallici, viti riassorbibili.

Esempio di correzione di grave alluce valgo con articolazione sublussata e incongruente ricostruita mediante osteotomia distale e fissazione stabile con microvite in titanio con fusione dei frammenti nella posizione corretta, assolutamente impossibile da ottenere con semplice fasciatura.

L’utilizzo di questi mezzi di fissazione riduce al minimo il rischio di complicanze il cui tasso di incidenza è molto elevato con altre metodiche e soprattutto permette correzioni precise e riproducibili anche di casi particolarmente severi.

L’infezione è molto rara in questa chirurgia mininvasiva.

La mobilizzazione articolare precoce e la riabilitazione è fondamentale per evitare l’irrigidimento dell’alluce e consentire il pieno recupero della normale deambulazione il prima possibile.

Essere ben informati e discutere con il chirurgo del proprio singolo caso comprendendo i vantaggi, gli svantaggi e i rischi della tecnica che verrà adottata aiuta a ridurre al minimo i rischi della procedura e a creare le giuste aspettative .

Quando si decide di sottoporsi alla correzione chirurgica dell’alluce valgo, si intraprende un percorso durante il quale paziente e medico devono essere in stretto contatto.

Al di la di ogni aspetto tecnico, l’incontro durante la prima visita serve soprattutto a vedere se per cosi dire “ci si intende” , se scatta un’intesa reciproca , un empatia e una affinità di intenti sull’obiettivo da raggiungere.

Una vera e propria alleanza terapeutica!

Instaurare un rapporto di reciproca confidenza e fiducia, comprendere quello che sente emotivamente il paziente nella situazione di stress per tranquillizarlo, motivarlo e metterlo a proprio agio è per noi essenziale per raggiungere l’obiettivo comune, e cioè

 

La miglior correzione funzionale ed estetica nel modo più confortevole e meno invasivo possibile.

E’ dovere del chirurgo confortare il paziente, generare allegrezza e infondere fiducia nel recupero.”

(Sir Astley Paston Cooper)

Dr Massimo Drommi in sala operatoria

Grazie per avermi consultato 

E’ dovere del chirurgo confortare il paziente, generare allegrezza

e infondere fiducia nel recupero.”

Astley Paston Cooper chirurgo e anatomista

(Sir Astley Paston Cooper 1768-1841)

Medico

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